Sono nata in una famiglia non credente; i miei nonni materni sono credenti, ma mia madre lasciò il Signore a 18 anni ed in seguito si sposò con mio padre. Nonostante tutto, il Signore si fece conoscere nella mia vita quand’ero ancora piccola.
I miei nonni parlavano sempre, a me e a mia sorella, di Gesù e del Suo grande amore e spesso, con mia zia passavamo ore suonando la tastiera o la chitarra e cantando cantici meravigliosi. Il Signore ci benediceva nella nostra semplicità e, anche se così piccole non ce ne rendevamo conto, il nostro cuore gioiva proprio per la Sua dolce presenza. Nel Vangelo di Matteo, al capitolo 5 verso 8, Gesù dice: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Qualche volta avevamo la possibilità di andare in chiesa dove, parlando con i ragazzini della nostra età, io e mia sorella ci accorgevamo che alcuni di loro non erano contenti di avere genitori credenti, perché si sentivano privati delle “libertà” che avevano i loro compagni di scuola. Per noi non era così, anzi, li invidiavamo e non capivamo il perché di quel pensiero. Dopo i 10 anni, crescendo, vedevo che nella mia famiglia non c’era quell’amore e quella pace che solo Dio può mettere nei cuori; allora cominciai a pregare affinché anche i miei genitori scoprissero il grande dono di Gesù Cristo: la salvezza. Questo desiderio diventò talmente forte che sparì quel timore di parlare loro del Signore.
Nonostante queste “piccole ma grandi” esperienze, anche io, all’età di 13 anni, durante la mia adolescenza, dovetti passare attraverso una fase che mi portò lontana dal Signore, contrassegnata da alcune situazioni che segnarono negativamente la mia vita. Frequentavo una compagnia apparentemente sana, ma essa in realtà mi trascinava sulla strada sbagliata, quella strada che ci allontana sempre di più dal Signore. Nel mio cuore sapevo che ciò che stavo facendo non era buono agli occhi di Dio e questo mi faceva star male, ma allo stesso tempo cercavo di giustificarmi pensando di essere troppo giovane per poter servire il Signore come Egli desiderava. sommersa e soffocata da problemi familiari, da paure che mi assalivano quando ero sola e da delusioni affettive; così il Signore mi tese la Sua mano per l’ennesima volta: fu allora che Gli ubbidii prendendo la ferma decisione di amarLo e servirLo per sempre. Così dice il salmista nel Salmo 116 verso 6: “Io ero ridotto in misero stato ed Egli mi ha salvato.” Sono passati circa due anni da quella decisione e non me ne sono pentita, la vita che conducevo prima non mi manca affatto e amo la presenza di Cristo nella mia vita. Il profeta Isaia al capitolo 43 verso i dice: “Non temere perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!”
Il Signore mi ha benedetto grandemente; dopo il battesimo in acqua, sono stata battezzata col Suo Santo Spirito ed i miei genitori da lì a poco si sono convertiti! Così dice il salmista nel Salmo 23 verso 6: “Certo, beni e bontà m’accompagneranno tutti i giorni della mia vita; e io abiterò nella casa dell’Eterno per lunghi giorni”.